LO SPECCHIO E IL SIMBOLO NELLA GLORIA DEL BAROCCO
Il senso del teatro
Lo straordinario senso teatrale di Luigi XIV trasformava ogni atto, da quelli privati a quelli ufficiali, in cerimonie fastose, capaci di impressionare cortigiani, visitatori e sudditi. Un complicato cerimoniale con inchini e riverenze che si snodava per tutta la lunghezza dell’immensa Galleria degli specchi, 73 metri decorati da Charles Le Brun, “principe” degli artisti francesi della seconda metà del ’600. Alle diciassette finestre si contrapponevano, e si contrappongono ancor oggi, altrettanti specchi della stessa grandezza. Il valore simbolico dello specchio non è estraneo alla poetica barocca che lo celebra in poesia e in letteratura, attribuendo via via a questo sfolgorante arredo, significati diversi. Lo specchio rappresenta anche la potenza francese, che, invidiosa di Venezia, riesce finalmente, grazie allo spionaggio industriale, a prevalere nella produzione del desiderato lucente specchio chiaro in dimensioni più ampie. E pur variando le attribuzioni simboliche attribuite allo specchio nel corso dei secoli, l’oggetto specchiante e l’atto di specchiarsi restano fermi nei desiderata dell’essere umano, che continua ad adornare ville e palazzi, regge e semplici case, con questo mirabolante, magico e fiabesco arredo.